IL XVIII SECOLO:QUANDO ANCHE GIOCARE ERA UN’ARTE
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Il XVIII° secolo merita un ulteriore appuntamento,essendo stato il periodo in cui il ventaglio ha raggiunto il massimo splendore;oggetto di culto,gioiello nelle mani di abili artigiani ed artisti,in questi cento anni è stato arricchito e modificato fino a divenire preziosissimo giocattolo nelle mani delle dame galanti e di qualità.Il ventaglio di cui tratteremo in questa occasione è circa del 1775 ed è rarissimo.Di produzione francese, (come tutti i più belli del 1700),viene denominato “articolato”.La pagina è doppia,in seta ricamata con paillettes,filo dorato,e dipinta a mano con un medaglione centrale raffigurante una tenera scena sentimentale ed ulteriori decorazioni di amorini,uccelli del paradiso,frutti:tutti attributi esaltanti l’amore.Sicuramente esso fu un dono di fidanzamento o di anniversario.La montatura è in avorio intarsiato e traforato con applicazioni di foglia di argento.Gli occhielli (il punto di copertura del chiodino di giunzione delle stecche) hanno cristalli incastonati.Qual è dunque la sua peculiarità?Sulle due guardie (le stecche principali) sono presenti due medaglioni coperti da vetro,ognuno contenente un piccolo automa,le cui braccia sono messe in funzione da una levetta che si trova leggermente più in basso.Su un lato un cacciatore imbraccia il fucile,osservato dal suo cagnolino;sull’altro,una dama odora un mazzolino di fiori.Sulle guardie sono inoltre presenti tubicini di vetro contenenti ovatta,che venivano riempiti di profumo attraverso la grata in avorio traforato presente appena sopra la levetta.Sono pochissimi gli esemplari di questo tipo giunti fino a noi,per motivi facilmente immaginabili:la delicatezza estrema dei meccanismi, e sicuramente il costo,anche allora,non precisamente contenuto….Possedere oggi questi oggetti è un privilegio.Al di là del sentimento che dovrebbe animare chiunque si circondi di oggetti di antiquariato,ritengo che la possibilità di maneggiare,osservare,custodire accessori così intimi ci debba sempre invitare al rispetto profondo per la vita e la memoria di coloro che ne sono stati proprietari.Conservare oggetti antichi,di famiglia o meno,ci impone un dovere di trasmissione storica ma anche ci dona la gioia di rendere eterni sentimenti lontani,di cristallizzare eventi felici o meno,di cui forse non conosciamo l’esatta entità,ma che sicuramente fanno ancora parte della nostra quotidianità.
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